mercoledì 6 novembre 2013

IL MONASTERO FEMMINILE DI MONTANER


Riprendiamo un vecchio articolo pubblicato da: "Italia ortodossa"
Ci viene un po di nostalgia se pensiamo all'occasione mancata che è stata l'esperienza di quel luogo oggi rientrato nel solito tran tran quotidiano e che per un certo periodo sembrò essere l'inizio di una realtà ortodossa italiana.
La località di Montaner di Sarmede si trova poco distante da Vittorio Veneto (Tv) su una ridente zona collinare. Dal momento in cui questo centro è sorto, fino alla sua incorporazione nell’Arcidiocesi Greca Or-todossa d’Italia, sono corsi oramai quarant'anni. Montaner è sempre stato un punto significativo per l'Ortodossia in Italia, anche se, a tutt’oggi, non tutti lo conoscono. In passato questo luogo è stato  teatro di molte difficoltà. Perciò in esso non ha potuto radicarsi un centro spirituale. La presenza periodica di un parroco dell'Arcidiocesi Ortodossa ha contribuito a cambiare quest’ordine di cose, sia in rapporto con le altre comunità ortodosse, sia in rapporto con la comunità civile e quella cattolica locale. L'avvicinarsi di molti fedeli dall'Europa orientale e balcanica, ha comportato una crescita nella conoscenza, nella tradizione e nella fede ortodossa. L'incontro tra queste culture è avvenuto grazie alla consapevolezza dell’ap-partenenza all'unica Chiesa ortodossa. Con tali presupposti, nello spirito più puro della tradizione ortodossa, è sorta, con l'accordo della popolazione locale, l'idea di creare un punto di spiritualità monastica. L’idea si è rivolta ad un monastero femminile perché il sito silenzioso e raccolto di Montaner risponde alle caratteristiche di un esichastirion. Ciò che rientra tra le caratteristiche principali del monastero e che ne determina la nascita sono i seguenti  punti:

1) la pratica della preghiera continua;
2) la testimonianza dell'unica Chiesa ortodossa in un’ottica fuori dalle peculiarità nazionali dei vari ortodossi presenti in Italia.

Infatti, il monastero vorrebbe essere un punto di riferimento per tutti gli ortodossi presenti in Italia. A questi punti, si aggiunge quello di creare poco per volta un centro culturale nella realtà di Montaner. Si sta dunque cercando di raccogliere dei testi per costituire una biblioteca. Tra le altre attività, le monache vendono anche delle icone. Il monastero ha una foresteria aperta a chiunque voglia fare un'esperienza nella spiritualità ortodossa. A tal proposito, uno dei momenti più importanti e interessanti, sarà quello della Grande Santa Settimana che, in questo luogo, verrà celebrata in tutto il suo splendore. La rivista "Italia Ortodossa" ha incontrato l'Archimandrita p. Athenagora Fasiolo, che ha curato la nascita di questo monastero femminile. A lui ha rivolto qualche domanda.

Da dove sono arrivate queste monache?
Finora in questo monastero sono giunte due monache greche: l'Igumena, la gherontissa Sevastianì, e una novizia. La gherontissa si è ben volentieri disposta a portare la spiritualità monastica in Italia nel dialogo fecondo con le altre comunità cristiane. Per la Pasqua, arriveranno altre due monache greche, a cui si uniranno delle monache romene.

Qual è stata la reazione delle persone del posto?
C'è stata una doppia reazione. Una da parte delle popolazioni ortodosse (composte da romeni, serbi, ecc.). Essi hanno accolto favorevolmente questa novità poiché hanno immediatamente compreso l'importanza di un monastero. Sin dal primo momento, lo hanno sostenuto amichevolmente perché  lo hanno avvertito come un luogo di preghiera.  La comunità locale ha, invece, compreso il significato di un monastero solo in un secondo momento. Un lavoro fondamentale è stato fatto dal gruppo di giovani  che hanno compreso la ricchezza di un luogo di preghiera permanente e hanno poi trasmesso ad altri tale comprensione. Gli ostacoli dovuti alla lingua non hanno rappresentato un grosso problema al punto che già qualcuno li ha superati. Il monastero sta  dunque divenendo un luogo di aggregazione e questo non può che essere di giovamento. Dopo ogni liturgia i fedeli si riuniscono nella foresteria del monastero per un momento di spiritualità e di incontro particolarmente utile e formativo.

Come viene svolta la Liturgia?
Di norma, la Divina Liturgia viene fatta in lingua italiana con parti in paleoslavo, greco e romeno.
I  mattutini e i vespri sono fatti tutti in greco. In quaresima, la compieta (apodipnon) e le salutazioni alla Theotokos (Cheretismì) sono fatte in italiano. La Settimana Santa verrà celebrata in più lingue. Altre celebrazioni particolari (Natale e festività secondo il Calendario Giuliano, Trisagii, Panichide) avvengono nella lingua liturgica dei fedeli richiedenti. Si sta pure lavorando per fare delle ufficiature in lingua italiana, cosa al momento non completamente eseguibile.

Quali sono le prospettive future?
Ovviamente, continuare sulle linee stabilite alla partenza. È auspicabile che tutti gli appartenenti all'Ortodossia in Italia divengano amici di questa iniziativa monastica. Infatti il monastero rappresenta una casa spirituale per chiunque voglia avvicinarsi ad esso e offre un servizio alla Chiesa. Le monache, ad esempio, sono in grado di produrre dei paramenti sacri. Inoltre, esse rappresentano una testimonianza vivente per chiunque voglia conoscere l'Ortodossia in un tempo, come il nostro, sempre più bisognoso di solide realtà spirituali.  D'altronde le monache in questa loro missione non sono sole. Già diverse chiese ortodosse e monasteri hanno dato un sostegno significativo per favorire la loro presenza. Per il futuro siamo ottimisti. 
Italia Ortodossa rivolge al nuovo Monastero i suoi più fervidi auguri perché si radichi e produca rigogliosi frutti spirituali. 








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